Sotto la presidenza italiana del G20 si è svolto ad ottobre 2021 il summit internazionale “G20 Standardisation organisations contributing to sustainability goals” ossia il vertice internazionale sugli standard per le persone, il pianeta e la prosperità.
Organizzato da UNI* e CEI* in collaborazione con altri enti internazionali come IEC*, ISO* e ITU*, si sono poste le basi per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda Onu 2030, anche in assenza di una normativa mondiale. L’evento è riuscito infatti a dimostrare che pur non avendo una politica green a livello planetario, abbiamo però la normazione tecnica volontaria rappresentata da ISO che produce norme utili alla sostenibilità. Esse, usate dapprima come norme di buona prassi e poi addirittura come norme precettive, aiuteranno sicuramente i 20 paesi del G20 che rappresentano l’80% dell’economia globale ad attuare e a governare i temi legati alla Transizione ecologica.
Questo è quanto emerso dal summit e se i governi ne facessero uno strumento di attenzione e di sviluppo, applicato alle imprese, è come se avessimo tutti la medesima legge.
Le norme ci sono, ISO anche: ai posteri l’ardua sentenza.
*UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione)
*CEI (Comitato Elettronico Italiano)
*IEC (Commissione Elettronica Internazionale)
*ISO (Organizzazione Internazionale per la Normazione)
*ITU (Unione internazionale delle comunicazioni)